15Lug 2023

Ci sono centinaia di monitor sul mercato. Quale comprare?

Questo articolo ti aiuterà a capire quali sono le caratteristiche importanti da analizzare quando valuti l’acquisto di un monitor per la fotografia, e non solo.

Dimensioni dello schermo

La prima cosa da considerare è la grandezza dello schermo che si desidera.

Le dimensioni dello schermo sono normalmente misurate in pollici. I produttori indicano la distanza tra l’angolo inferiore e l’angolo superiore opposto (la diagonale dello schermo).

La scelta della dimensione dipende dalle preferenze personali, dallo spazio disponibile sulla scrivania, dalla risoluzione e dalla distanza occhi-schermo. L’ultimo punto è forse il più importante per cui ti forniamo un link per calcolare le distanze di utilizzo ed anche una tabella di immediata lettura:

https://stari.co/tv-monitor-viewing-distance-calculator

Dal punto di vista dei fotografi, l’utilizzo di uno schermo più grande per visualizzare le foto è una buona cosa per il comfort visivo. Inoltre, quando si utilizza un software di elaborazione delle immagini, gli schermi più grandi possono ospitare un maggior numero di finestre e pannelli sveltendo così il lavoro.

Per il fotoritocco consigliamo uno schermo di almeno 24 pollici. Tuttavia l’ideale è uno schermo tra 27 e 32 pollici. Al di sopra dei 32 pollici è necessario disporre di una scrivania piuttosto grande e di un budget più elevato.

Risoluzione dello schermo

Oltre alle dimensioni fisiche di uno schermo, è necessario considerare anche la sua risoluzione.
La risoluzione di un monitor viene definita dai produttori come il numero di pixel che lo compongono, ma in realtà è il valore della densità dei pixel PPI (pixel per pollice lineare) che si ottiene così: si sommano i quadrati dei pixel orizzontali e dei pixel verticali; poi si calcola la radice quadrata del risultato; infine si divide tutto per la diagonale dello schermo.

Maggiore è il valore del PPI, minore sarà la grandezza dei pixel del monitor:

Le risoluzioni più comuni sono:

  • 1920 x 1080 (1080p, nota anche come Full HD)
  • 2560 x 1440 (1440p, nota anche come WQHD)
  • 3840 x 2160 (2160p, nota anche come 4K)

I numeri si riferiscono al numero di pixel. Il primo numero è il numero di pixel orizzontali, il secondo è il numero di pixel verticali.
Ad esempio, un display Full HD 1920 x 1080 ha 1920 pixel in orizzontale e 1080 pixel in verticale. Se si moltiplicano i due numeri si ottiene 2.073.600 che è il numero totale di pixel dello schermo.
Un display 4K ha 3.840 pixel in orizzontale e 2.160 pixel in verticale, per un totale di 8.294.400 pixel. Si tratta esattamente di quattro volte il numero di pixel di uno schermo Full HD.

Avere più pixel significa poter inserire più immagini sullo schermo.

Un maggior numero di pixel, a parità di dimensione dello schermo, conferisce ovviamente più nitidezza all’immagine.

Una minor grandezza dello schermo, a parità di pixel, ha lo stesso effetto, dà più nitidezza.
Ad esempio, un monitor Full HD da 24 pollici ha una densità di pixel molto maggiore rispetto a un monitor Full HD da 27 pollici, in quanto entrambi hanno lo stesso numero di pixel, ma i pixel si trovano in un’area più piccola nel 24 pollici e sono quindi fisicamente più piccoli: il monitor da 24 pollici ha un’immagine molto più nitida e definita.

Per l’editing fotografico si consiglia un minimo di 1920 x 1080 fino a 24 pollici.
Per uno schermo da 27 pollici (68 cm), un minimo di 2560 x 1440.
Per schermi di dimensioni superiori a 27 pollici, meglio uno schermo 4K.

Va considerato che se uno schermo ha un basso numero di pixel per pollice, l’immagine sarà pixellata/scalettata e sfocata.
Se invece lo schermo ha un numero molto elevato di pixel per pollice, tutto risulterà molto piccolo, rendendo difficoltosa la lettura del testo e provocando affaticamento visivo.

Fattore di forma

Il fattore di forma (o aspect ratio) si riferisce al rapporto tra il lato orizzontale e quello verticale del pannello.

Un monitor 16:9 ha il lato orizzontale che è 16:9 volte (1,78 volte) più grande di quello verticale.

La maggior parte dei monitor è dotata di un rapporto di aspetto 16:9.
I monitor ultra wide (come i 21:9) hanno il vantaggio di poter visualizzare per intero la foto da ritoccare (formato 3:2) al centro del monitor con le finestre e le barre degli strumenti dei software ai lati, riducendo la necessità di scorrere o passare da una finestra all’altra, velocizzando quindi il lavoro.
E offrono inoltre un campo visivo più adatto alla visione dei film.

Schermi curvi

Gli schermi curvi sono spesso una caratteristica di monitor molto grandi ultra wide.

Gli schermi curvi riducono gli angoli di visualizzazione tipici di uno schermo grande e offrono un’esperienza visiva più coinvolgente.

Lo svantaggio è che non sono adatti alla visione contemporanea di più utenti, devono essere nella posizione giusta, occupano più spazio sulla scrivania, sono più costosi e non funzionano bene con le configurazioni a più monitor. Inoltre, possono influire sulla percezione delle linee rette, il che può rendere più difficile l’editing fotografico in alcune situazioni, soprattutto in architettura.

Nel complesso, è una decisione personale!

Rivestimento

Per finalità fotografiche, consigliamo un monitor il cui pannello abbia una finitura opaca e non lucida per evitare fastidiosi riflessi che possono compromettere il comfort visivo.

Capacità di ruotare

La maggior parte dei monitor non si può ruotare, il monitor è orientato orizzontalmente.
Con monitor ruotabili si può passare all’orientamento verticale, utile per le foto di ritratto e per impaginare testi.
Un monitor non ruotabile può diventare ruotabile con un braccio per monitor.

Angolo di visione

Si riferisce alla distanza angolare massima tra la visione frontale e quella laterale senza variazioni di luminosità o colori.

L’angolo di visione del monitor influisce sull’uniformità del colore. Le immagini perdono contrasto quando vengono osservate al di fuori dell’angolo di visione dichiarato del monitor. Questo degrado dell’immagine rende difficile la visualizzazione, la valutazione e la modifica accurata delle immagini. Più ampio è l’angolo di visione, minore è il degrado dell’immagine quando la visione si sposta dal centro dello schermo. L’angolo di visione massimo ideale è di almeno 178º in orizzontale e verticale.

Se si lavora con più schermi o se a volte si ha la necessità di visualizzare lo schermo da un’angolazione diversa, è bene considerare le prestazioni del monitor da diversi angoli di visione che sono normalmente legati alla tecnologia utilizzata.

Consigliamo un monitor che abbia un angolo di visione compreso tra 160° e 180°.

Tecnologia dello schermo

La maggior parte dei monitor oggi in commercio utilizza la tecnologia LCD: la luce viene proiettata attraverso i cristalli liquidi su sub-pixel rossi, verdi e blu e, controllando l’opacità dei cristalli liquidi, è possibile produrre colori diversi.

Ecco una rapida panoramica di ciascun tipo di tecnologia di display LCD e dei relativi vantaggi e svantaggi dal punto di vista del fotoritocco.

  • TN (Twisted Nematic)
    È la tecnologia di display LCD più vecchia. È economica, tende ad avere una scarsa accuratezza dei colori e una bassa copertura del gamut, uno scarso contrasto, una buona luminosità, scarsi angoli di visione e una bassa uniformità. Da evitare, se possibile, per il fotoritocco.
    I pannelli TN sono i più semplici e vanno bene per l’uso quotidiano nella navigazione in Internet o nell’elaborazione di testi, ma non sono all’altezza del lavoro di editing fotografico.
  • VA (Vertical Alignment)
    Questa tecnologia è comunemente utilizzata negli schermi televisivi. I pannelli VA hanno un ottimo contrasto, una buona luminosità, angoli di visione ragionevoli, una ragionevole precisione del colore, una buona copertura del gamut e una buona uniformità. Può andare bene per il fotoritocco.
    I pannelli VA (o SVA) sono noti per avere una forte risposta al contrasto, che può essere migliore rispetto ai modelli IPS più economici. Ciò significa che le gradazioni di nero appaiono particolarmente buone. Tenete presente, tuttavia, che gli angoli di visione tendono a essere scarsi (anche se non tanto quanto i pannelli TN), con variazioni di contrasto e colore visibili quando si sposta l’angolo di visione.
  • IPS (In Plane Switching)
    La scelta migliore per lavori accurati dal punto di vista cromatico e fotoritocco. Buon contrasto e luminosità, ottimi angoli di visione, buona luminosità, ottima copertura del gamut e buona uniformità. I pannelli IPS offrono gli angoli di visione più ampi con i colori più uniformi su tutto il pannello, e sono nettamente superiori a tutte le altre tecnologie di visualizzazione. Anche la riproduzione dei colori è di altissimo livello rispetto agli altri tipi di pannelli ed è la più vicina alla realtà. I tempi di risposta sono in genere più “lenti” rispetto ai pannelli TN, ma questo è irrilevante per tutto tranne che per i giochi.

C’è un’altra tecnologia di visualizzazione più recente che sta iniziando a comparire nei monitor, nota come OLED (diodi organici a emissione di luce). A differenza degli LCD, non utilizza una retroilluminazione: i singoli pixel sono sorgenti luminose.

L’OLED offre vantaggi simili all’IPS, ma con un contrasto migliore e neri molto più scuri. Tuttavia, è anche più costoso e può essere soggetto a “burn-in”.

In sintesi, i pannelli IPS sono la scelta migliore per il fotoritocco, anche se in futuro probabilmente gli OLED inizieranno a sostituirli con la maturazione della tecnologia.

Gamut o Spazio colore

Una delle cose più importanti da considerare quando si acquista un monitor per il fotoritocco è la gamma di colori che può visualizzare.

La maggior parte dei monitor può visualizzare circa 16 milioni di colori, anche se quelli di fascia più alta possono arrivare a un miliardo di colori. Come punto di riferimento, i ricercatori concordano sul fatto che la maggior parte delle persone è in grado di distinguere circa un milione di colori.

Si potrebbe quindi pensare che un monitor sia di gran lunga migliore dei nostri occhi ma purtroppo non è così. Un monitor in grado di visualizzare 16 milioni di sfumature di verde, ad esempio, non sarà molto utile!

È qui che entra in gioco il gamut, che si riferisce all’insieme dei colori che una periferica, in questo caso un monitor, può visualizzare.

Esistono diversi spazi colore e i principali sono in grado di generare solo una parte dei colori percepibili dall’occhio umano, soprattutto nei ciani e nei verdi.

I due spazi colore di uso più comune sono:

  • sRGB è uno degli spazi colore più piccoli ed è standard in Internet e nell’home computing, quindi è il più comune. Il 100% dello spettro sRGB equivale a circa il 35% di tutti i colori visibili all’occhio umano. Questo dato può sembrare piuttosto basso, ma i colori mancanti si trovano in piccole gradazioni di colore che in la visione umana percepisce con difficoltà
  • Adobe RGB è lo spazio colore standard per la fotografia professionale e la stampa fine art, è più ampio dello spazio sRGB, contiene la gamma di colori che le stampanti CMYK sono in grado di produrre e rappresenta circa il 50% dei colori visibili all’occhio umano. È più ampio del sRGB e copre maggiormente lo spettro dei ciani e dei verdi anche se mantiene le stesse carenze nei blu e nei rossi

Quando si esaminano le specifiche di un monitor, di solito viene indicata la percentuale di gamut che è in grado di visualizzare.
Ad esempio, un monitor con copertura sRGB al 100% dovrebbe essere in grado di visualizzare con precisione tutti i colori dello spazio sRGB.

Un monitor con un gamut più ampio è sempre consigliabile perché permette di visualizzare colori non riproducibili su un monitor con un gamut più piccolo.

Sottolineiamo che il gamut non è il numero di colori che un monitor può visualizzare (che dipende dalla profondità in bit); il gamut è l’intervallo dei colori che un monitor può visualizzare (ad esempio da un rosso a un giallo), mentre il numero di colori rappresenta in quante gradazioni di tonalità intermedie viene suddiviso questo intervallo.

Se il gamut/spazio colore si allarga e il numero di colori rimane uguale, la differenza tra due colori adiacenti aumenta.
Ciò comporta che sRGB ha una sfumatura e una transizione del colore più graduale rispetto ad Adobe RGB. Adobe RGB ha però ha un gamut/spazio colore più ampio.
Si può osservare con i nostri occhi creando un gradiente da un colore a un altro: si noterà il banding, dove ogni banda è un colore. L’unica soluzione per avere un gradiente meno “scalettato” è aumentare il numero dei colori, serve cioè un monitor che abbia una maggiore profondità in bit.

L’sRGB è lo standard comunemente utilizzato sul web e per il fotoritocco è consigliabile un monitor che copra almeno il 100% dello spazio sRGB.
Per un uso professionale finalizzato alla stampa fine art, è consigliabile un monitor Adobe RGB.

Precisione del colore

È molto importante che i colori visualizzati dal monitor siano accurati per essere sicuri che un determinato colore che si sta vedendo sarà lo stesso su altri dispositivi o in stampa.

Naturalmente non è possibile controllare l’accuratezza del colore di altri dispositivi utilizzati da altre persone. Il meglio che si possa fare è assicurarsi che i colori sul nostro monitor siano il più accurati possibile.

I monitor progettati per il fotoritocco sono spesso calibrati in fabbrica, ma è quasi sempre una buona idea controllarli e calibrarli da soli in seguito. Alcuni monitor di fascia alta per il fotoritocco sono dotati di hardware di calibrazione integrato. Per altri è necessario utilizzare uno strumento di calibrazione di terze parti, come DataColor Spyder.

Quando si acquista un monitor per il fotoritocco, è bene verificare quali sono le opzioni e le impostazioni di calibrazione, in modo da poterle regolare se necessario.

Profondità in bit o profondità di colore

La profondità di colore si riferisce al numero di colori distinti che un monitor può visualizzare.
In teoria, maggiore è il numero di colori che un monitor è in grado di visualizzare, più è in grado di riprodurre in modo uniforme i cambiamenti graduali di tono e meno è soggetto a causare effetti di “banding” o posterizzazione.

Più in dettaglio, si riferisce ai bit per subpixel o ai bit per canale colore e definisce il numero di variazioni di rosso, verde e blu che possono essere emesse.
Le profondità di bit più comuni supportate sono 8 bit (16,7 milioni di colori) e 10 bit (1,07 miliardi di colori).

La maggiore profondità di colore può essere particolarmente utile quando sono presenti gradienti di colore con variazioni fini di una tonalità. Questo può essere particolarmente importante se si lavora in uno spazio colore esteso come Adobe RGB rispetto allo spazio colore sRGB, molto più “compresso”.

Tempo di risposta (response time) e frequenza di aggiornamento (refresh rate)

Non sono rilevanti per il fotoritocco, ma una frequenza di aggiornamento (numero di fotogrammi al secondo) più elevata (> 50 Hz) e un tempo di risposta (il tempo che impiega un pixel a cambiare di stato) più rapido (< 10 ms) ti garantiranno un’esperienza più fluida nell’uso del computer.

Problematiche comuni

L’aspetto fondamentale a cui prestare attenzione è la coerenza del display in termini di luminosità e uniformità dei colori. Un monitor più luminoso o che visualizza i colori in modo diverso in un’area rispetto a un’altra renderà più difficile il processo di editing fotografico.

L’ideale sarebbe un monitor con una luminosità e una riproduzione dei colori uniformi su tutta la superficie del pannello.

Uniformità

Il motivo per cui un’immagine appare diversa nelle varie parti di uno schermo è un problema di uniformità dello schermo, che riguarda sia l’uniformità del colore sia l’uniformità della luminosità. Un monitor uniforme offre una luminosità e un colore uniformi su tutto lo schermo.

In genere, è più facile osservare la non uniformità quando si visualizza un’immagine completamente bianca sullo schermo. In genere, i monitor mostrano l’immagine correttamente al centro dello schermo, ma non ai bordi dello stesso. I monitor di qualità con una buona uniformità, soprattutto i modelli professionali di fascia alta, sono in grado di visualizzare con precisione i colori di un’immagine da un angolo all’altro dello schermo.

IPS glow

A causa della tecnologia utilizzata nei pannelli IPS, alcuni monitor presentano una luminosità incoerente se osservati da diverse angolazioni e distanze. Ciò si manifesta come un bagliore luminoso visibile agli angoli del monitor quando lo schermo è completamente nero o mostra contenuti scuri.

Backlight bleeding

Il backlight bleeding è un effetto che si verifica quando la luce fuoriesce dai bordi o dai lati dello schermo, provocando un’illuminazione non uniforme sullo schermo. È molto più evidente quando il dispositivo visualizza immagini scure. Il bleeding della retroilluminazione è relativamente comune.

Connettività

Per funzionare, un monitor esterno deve essere collegato a un computer, che può essere un portatile o un desktop. L’importante è verificare quale sia l’uscita video presente nel computer prima di acquistare un monitor che supporti tale connessione.

Le uscite video più comuni sono:

  • DisplayPort
    Normalmente presente sui computer Windows, ma non sui computer Apple.
  • HDMI
    Un connettore comune a molti computer portatili e desktop. Molto comune anche sui televisori. È disponibile in versione normale e mini-HDMI. Può trasmettere video e audio.
  • Thunderbolt
    Comunemente presente sui computer Apple. Può trasmettere corrente, dati e informazioni video. Non si trova sui computer Windows.
  • USB-C
    Uno degli standard più recenti, l’USB-C è in grado di fornire alimentazione elettrica, dati, informazioni video e audio, rendendola una porta molto versatile.

Esistono anche vecchie tecnologie come DVI e VGA.

La maggior parte dei monitor dispone di diverse porte di input. L’ideale sarebbe investire in un monitor che supporti il più recente standard USB-C per essere a prova di futuro, anche se naturalmente l’importante è assicurarsi che funzioni con la configurazione esistente.

Budget

Il budget a disposizione è ovviamente una questione personale, tuttavia è una buona idea stabilire un budget prima di iniziare la selezione per l’acquisto.

Ecco cosa si può acquistare ad oggi (5/2023):

  • Fino a 400 Euro, un buon monitor fotografico entry level fino a 27 pollici
  • 400 – 1.000 Euro, un’eccellente selezione di monitor di fascia media e alta da 27 a 32 pollici
  • Oltre 1.000 Euro, monitor di fascia alta, da 27 pollici in su, solitamente destinati al fotoritocco professionale e alla stampa fine art dove l’accuratezza dei colori è fondamentale

La maggior parte delle persone sarà probabilmente soddisfatta di un buon monitor nella fascia tra i 300 e gli 800 Euro.

Per quali altri scopi verrà utilizzato il monitor?

Questo articolo si concentra sull’uso di un monitor per il fotoritocco, ma questa è ovviamente solo una delle ragioni per cui si usa un monitor.

Ad esempio, molte persone amano giocare al computer. Un monitor di grandi dimensioni può offrire un’esperienza di gioco coinvolgente. Tuttavia, alcune caratteristiche come l’alta frequenza di aggiornamento e i bassi tempi di risposta sono importanti per una buona esperienza di gioco. Non sono importanti per il fotoritocco, ma se si gioca è bene considerare anche queste caratteristiche.

Per la visione di contenuti come film e programmi televisivi valgono le stesse caratteristiche di un buon monitor per il fotoritocco (colori accurati, buona luminosità e contrasto). Si potrebbe prendere in considerazione un monitor con altoparlanti integrati, in modo da poter ascoltare facendo a meno di altoparlanti esterni o a cuffie, ma bisogna tenere presente che il 90% dei monitor ha altoparlanti integrati piccoli e dal suono scadente.

Articolo di Andrea Mucelli – Revisione di Enrico Bellone

Crediti: foto di copertina di Kelvin Design UK su Unsplash

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